domenica 16 marzo 2008

Processioni

Caminante son tus huellas
El camino nada más;
caminante no hay camino
se hace camino al andar.



Antonio Machado


La pioggia


Il vento dallo stretto incontra le montagne, piove, si riempiono le falde e i laghi artificiali. Come quello ai piedi di Zahara de la Sierra.


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In certi anni la Sierra di Grazalema è stato il luogo più piovoso di Spagna, ma il Diario de Cadiz di ieri avvertiva, clima secco, falde vuote e si prevede il razionamento dell'acqua nei mesi estivi.





Sabato: el Pinsapar


 


Per la traversata da Grazalema sino a Benamahoma, l'amministrazione del parco concede sino a 60 permessi al giorno.



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Il sentiero si alza sopra Grazalema, un paese bianco.


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Si sale sino a 1300 metri, il sentiero percorre il lato nord della Sierra del Pinar.


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Grazie al clima umido, nella Caídas de la Sierra del Pinar cresce il pinsapo, una specie di abete che si trova solo qui.



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Si arriva a una radura con degli alberi che sopra hanno la luna. Si vede la luna?



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Tra le poche persone incontrate, ecco un bell'esemplare di camminatore iberico. Duole ammettere che, anche in questo, la Spagna oramai ha superato l'Italia: si noti, dell'esemplare iberico, l'equipaggiamento perfetto e la cura dei dettagli. Dietro, il Torreón, meta della domenica.


Poi si scende tra i pascoli, sino al paese di Benamahoma.

 


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Dal centro di Grazalema sino a Benamahoma, e ritorno, un 30 km.  1300 metri di dislivello. Volontà penitenziale, del resto oggi è iniziata la settimana santa.


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La base a Grazalema e, sotto, la piazza.


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Domenica: la subida al Torreón


Solo ottocento metri di dislivello per salire al Torreón, la cima più alta (1648 metri) della Sierra di Cadice. Anche questo sentiero richiede un permesso, con un massimo di 30 persone al giorno.



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Il dislivello richiede comunque la colazione tipica dell'autentico esemplare iberico: caffé solo, tostada con  pomodoro olio e sale, succo.


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Senza la Golden Twingo, poi, non si andrebbe da nessuna parte.



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Mentre salivo, non troppo alto ripestto al parcheggio, ho sentito un sibilo. Alzo la testa e pochi metri sopra planava, immobile, un'aquila.


Ho pensato, non deve essere male vivere accompagnato dal suono  del tuo corpo che taglia l'aria.


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La macchina fotografica quando nei hai bisogno non c'è, e quando ti prepari per bene, ecco che, invece dell'aquila, al massimo fotografi uno stupido pseudo-passerotto. In cima al Torreón, in fondo si rivede il lago artificiale di Zahara.


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No, dai, un'aquila sono riuscito a fotografarla, anche se non aveva il sibilo.




Dalla cima del Torreón c'è un gran panorama.


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La roccia con le due punte è Gibilterra. Alla sua destra, il golfo di Algeriras. Sopra, oltre alla foschia che copre lo stretto, i monti dell'Atlante marocchino.


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Ecco la cresta ancora innevata della Sierra Nevada, sopra Granada.


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Questa è la campagna a nord della Sierra, di ritorno a Sevilla.




Semana santa


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Pare che le penitenze si facciano a piedi. Trenta chilometri in montagna, o pochi metri per i viali di Siviglia, ma incappucciato. Non cambia niente.


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Bloccato, prigioniero di migliaia di incappucciati. Nella mia strada.


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Sono iniziate le processioni. Io abito poco più avanti. Quasi quasi mi incappuccio pure io. No, mi travesto da aquila.


 

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