In 3468 (per ora) hanno firmato una petizione perché la valutazione della ricerca in Francia tenga conto anche di quel che è scritto in lingua francese.
Due commenti. Primo, in Italia "valorizzare l'italiano" significa dare fiato alle nicchie dei baroni-tromboni. Per favore. Almeno proviamo a rendergli la vita difficile, sapendo che comunque l'avranno vinta loro.
Secondo, e con tutto il rispetto per la lingua francese: "Alors n’est-il pas déjà trop tard ? Ni renoncement ni résignation. Juste une question : l’intérêt des chercheurs est-il encore compatible avec la défense du français ? (Retour à la lingua franca de la recherche ?, Le blog de Pierre Assouline, 20 febbraio).
Grazie di avermi fatto scoprire l'esistenza di questa petizione. I miei colleghi qui in francia non finiscono mai di stupirmi per l'imbecillita'. 5000 firme a una petizione di sto genere?
RispondiEliminaCi sarebbe molto da dire sulla difesa del francese da parte della francia, abito qui da piu' di 10 anni e ancora non ho capito del tutto il tema.
Per quanto riguarda questa petizione, pero', mi pare chiqre che e' una solenne minchiata. I tre motivi i) visibilita' verso il pubblico che paga le tasse, ii) produzione di testi di insegnamento, e iii) attenzione al francese delle sezioni del CNRS e dell'universita' all'evaluazione dei ricercatori, sono stupidissimi. I primi due perche' in quei due campi si producono gia' testi in francese e in abbondanza. Il terzo perche'le sezioni non usano nessun tipo di publimetria ma applicano un'evaluazione di tipo "peer evaulation".
Per capire il motivo che ha fatto scrivere la petizione basta veder i primi signatari: tutti delle direzione di Hermes Science, una casa editrice di riviste scientifiche. E dire che nella petizione gli autori attaccano il ISI web of science perche' e' un editore privato!! Insomma e' pura concorrenza.
Il motivo per cui 5000 persone hanno firmato, invece, resta da capire fino in fondo.
baci
fabio