domenica 25 dicembre 2011
Banalità, quasi cliché
"However, two theories in physics, eternal inflation and string theory, now suggest that the same fundamental principles from which the laws of nature derive may lead to many different self-consistent universes, with many different properties."
(The accidental universe: Science's crisis of faith,, di Alan P. Lightman, Harper's Magazine, dicembre 2011.)
Quante storie, bastava che lo chiedessero a me. O, prendevano dallo scaffale un libro di Philip Dick a caso, e tanta fatica risparmiata. Voglio dire, che l'universo sia imputtanato si sa e con sta roba si era arguti (forse) vent'anni fa. Ai tempi nostri, per impressionare ci vuole ben altro, che so, un post-neo-tolemaismo.
E comunque festeggiare il natale con una bella foto di Philip Dick mi pare già un passo in avanti rispetto a Kim e Bill. Tutto sommato, Philip si occupava della solidità dell'universo, e cercava modi per "costruire un universo che non ti cada a pezzi dopo due giorni".
Giusto. Morì pazzo, (anche lui). Ma anche diventare matti ormai è così banale. Ti si nota decisamente di più se rimani lucido: questo mi ripete spesso Ottaviano Augusto, quando discutiamo.
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