lunedì 2 aprile 2012

Grozny - Mosca


La brava Lucia Sgueglia scrive da Grozny, uno di quei luoghi di cui ci siamo dimenticati. Sbagliando, perché senza la Cecenia (e Kadyrov) non si capisce la Russia, e Putin. E io non dico di capirli, che il mondo è grande e complicato e ti dà un senso di sopraffazione, il lunedì mattino, ma almeno mi impegno e ci provo.

Navalny parla dello scandalo che coinvolge Shuvalov, uno dei luogotenenti di Putin (si veda anche il Wall Street Journal in merito). Si è arricchito, e molto, in collegamento con gli oligarchi "londinesi" Abramovich e Usmanov:

"This is one of the basic problems of Russia," says Georgy Satarov, a former Kremlin aide who is now a consultant to government and businesses on corruption issues. "The separation between government and business just doesn't exist." (WSJ)

Sto terminando la lettura di "The hidden order of corruption", il nuovo bel libro di Donatella della Porta e Alberto Vannucci (quello a sinistra nella foto). Quando la corruzione è endemica, come in Russia, è molto difficile pensare a politiche di riforma, innanzitutto perché nessuno tra i decisori ha un interesse a modificare la situazione. Lo stesso concetto di "politica", di azione mirata per andare da A a B, risulta confuso e quasi privo di senso.

Nella foto, Olga, la moglie di Shuvalov. Fa la casalinga ma, grazie a "transazioni di borsa", ha guadagnato milioni di dollari. Il libro di Della Porta e Vannucci avrebbe potuto almeno dedicare un paragrafo, o che so, una nota a piè di pagina, al ruolo delle mogli, negli affari di corruzione.

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