domenica 13 gennaio 2013

PD e digitale: indietro tutta


Giuseppe Civati, un esponente del Partito Democratico, scrive:

"Il Pd che viene dal futuro, come abbiamo voluto chiamarlo, non può non raccogliere la sfida, e proporre, come sostengono motivatamente alcuni iscritti del Pd, che ci sia un ministero al digitale. La Francia lo ha fatto. Qui da noi sarebbe un segnale ancor più forte e rivoluzionario."

E' una proposta sciagurata e, temo, una finestra sullo stato confusionale in cui versa il PD quando si parla di innovazione tecnologica e in generale di riforme "abilitate da Internet".

Civati parla di segnale forte e mostra di cogliere la questione, ma con due decenni di ritardo: i ministeri "a tema" contribuiscono a legittimare una sensibilità, quando essa è emergente - si pensi al ruolo che giocarono i ministeri per l'ambiente. In questo senso, la proposta di Civati poteva andar bene, che so io, nel corso della campagna elettorale del 1994.

Già era in ritardo Silvio Berlusconi nel 2001, quando annunciò il suo "Mister I" (Lucio Stanca), al quale, con apposito ministero, fu assegnato l'incarico di ''digitalizzare e mettere in rete'' la pubblica amministrazione. Risultati, poco o nulla.

Le ICT sono "abilitanti" e trasversali. Quando in Italia si deciderà di fare sul serio, si riterrà di avere le spalle abbastanza larghe per realizzare delle politiche, e non per dare un segnale (qualcuno spieghi a Civati la differenza, nel caso).

Allora non si proporrà un ministero (struttura verticale), ma si ragionerà del funzionamento di strutture diverse (come la già esistente Agenzia per l'Italia digitale) in grado di realizzare riforme in cui il "digitale" è uno strumento, non l'obiettivo. E, nel dibattito sull'auspicabile riforma della PA, si discuteranno gli obiettivi che dovrebbe porsi l'attuale Ministero per la pubblica amministrazione e semplificazione, e di come concretamente questi possano essere colti, ovviamente con un utilizzo massiccio delle ICT.

Altrimenti, si richiami Lucio Stanca, o si rivoti direttamente Berlusconi, no?

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