venerdì 15 maggio 2020

Rotte indorusse e altri disvìi

Non ho mai visto "Slumdog Millionaire", ma so che vi aveva una parte (credo non importante) Irrfan Khan, che è morto recentemente: ho ascoltato un servizio su NPR, e una sua intervista di Terry Gross. Racconta tra l'altro di quando da ragazzino pensò di andare a far televisione e salì su un monte dove c'era un ripetitore, per presentarsi, perché credeva che i programmi si realizzassero lì dentro e in cima alla montagna. Mi piacciono le idee assurde su come funziona il mondo che hanno la forza di imporsi: un po' come le mie, se non fosse che sono già giuste.

Il viaggio in India in febbraio (qui) fu l'analogo di andare a sbattere contro a un muro. Non posso dire che avevo previsto il coronavirus, ma a un certo livello, che non potesse durare a lungo lo sapevo bene. Onestamente, che altrimenti non sarei andato.
In India, quasi sempre immerso nella folla, pensai che là il coronavirus sarebbe stato un bel problema. Sembrava che così non dovesse essere, ma oggi a Mumbai la situazione è critica:

"Hospitals are overflowing with the sick. Police officers are exhausted enforcing a stay-at-home curfew. Doctors say the biggest enemy is Mumbai’s density".


The New York Times, 14 maggio 2020.)



Sto trascorrendo la giornata confrontando le versioni che si sono succedute nel tempo dell'Art. 290 del codice penale della Federazione Russa - dalla sua prima versione, del 1996, ad oggi. Poi dovrò reperire il codice precedente, che era il УК РСФСР - codice penale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa. E' del 1960, con successive numerose modifiche.

Lo permette facilmente questo sito. Shota mi ha aiutato, in "zoom", da Mosca, e in seguito bonariamente e signorilmente ha corretto una piccola selezione dei miei errori di russo. Gli ho risposto che mi spiace molto per Pushkin: ti inventi una lingua così bella, e poi t'arrivano i barbari. 

In febbraio non andai a Mumbai. A Mumbai passai in due occasioni distinte tanti anni fa. 

E' ben possibile che stia perdendo tempo non solo in questa occasione, ma approfittando d'ogni disvìo. O che ci sia un muro a un livello più alto e ad intercettare anche le rotte indorusse, per quanto esse passino molto di lato. Non mi interessa invece se nasconde qualcosa l'enorme edificio con le antenne elevisive che si trova su uno dei colli del Parco del pellegrino, che ho frequentato assiduamente negli ultimi mesi di divieti. Già si occupò di un caso analogo Irrfan Khan, ma soprattutto è stagione di ciliegie mature e arrampicarsi sugli alberi del parco richiede tempo.

Nessun commento:

Posta un commento