lunedì 21 luglio 2014

La scalata al Monte Antola, dal versante francese

Essendo io stato rimandato in francese, quest'anno mi son trovato, per obbligo di perfezionamento linguistico, a viaggiare in quel paese (d'oltralpe) ben due volte nel giro di altrettante settimane.



Il primo viaggio inizia a Porta Saragozza.



Purtroppo il trenino si rifiuta di trasportarci.



Questo signore invece gentilmente si ferma. Con noi viaggiano due pappagalli muti, un interfono a forma di mazza da golf, e centinaia di sfere di plastica con dentro un regalo (simbolico).



A Nizza ci sono anche dei bei palazzi.



Lontano è il giorno quando a Nizza guidai la rivolta, e quasi le prendemmo dai flics.



Proseguiamo verso i meandri provenzali, osservando con attenzione i bidoni e altri dettagli forse insignificanti per i più.



A Vaucluse siamo d'umore molto petrarchesco.



Mangiando rane.



Il ristorante è romantico, ma la compagnia non del tutto ideale.



Vedasi sopra.



Qui si percepisce una venatura carducciana.



La cima del Monte Ventoso. Molto ventoso.



Tornati a Toulon, vengo scaricato. Inizia un viaggio di rientro lungo e confuso.



Da Ventimiglia non ci sono treni. Qualche autobus. Questa è una fermata marina notturna.



Poi, nella notte nera, si scatena il Kerouac di Romagna.



A Noli, sosta obbligata. Sotto la pioggia. In questa spiaggia dormii molti anni fa, ma quella notte non pioveva.



Infine, la stazione di Savona, prima dell'alba.



E' opera di Nervi. Avrei voluto svegliare quel signore nel sacco a pelo per complimentarmi. Anch'io, quando sarò un vero barbone, scegliero solo ripari realizzati da grandi architetti.



E finalmente il treno. La moda della vita bassa non mi trova d'accordo.

Due settimane dopo, di nuovo mi reco in Francia. Questa volta, con la Dacia Rossa.



Ho sempre desiderato approfondire la conoscenza della Valle d'Elsa.



A Ponte dell'Olio si trova questa bella manifattura.



Mi lavo.



Lascio la Dacia Rossa sopra a Torriglia e inizio la scalata del Monte Antola.



Sono sensibile anche ai panorami, oltre che ai fiori.



Il Rifugio CAI sul Monte Antola è in un luogo bellissimo. Resisto alla tentazione di fermarmi e proseguo.



Un movimentato autoscattie sul vertice del Monte Antola.



Il sole è già basso.



Appare la cupola dell'osservatorio astronomico di Casa del Romano.



L'osservatorio ha una bella terrazza.



Questa è l'alba.



E questa la terrazza.



"Se incontri un bivio, prendilo". Io lo prendo sempre, e poi mi perdo.



Vago, cercando di raggiungere il paese di Caprile, e mentalmente prendo nota di dove si può dormire. Nel caso.



Vedo Caprile, che mi sfugge.



Infine raggiungo il paese. Terra di partigiani.



Qui c'era l'Osteria da Berto. Un compagno.



Col tempo, s'è allargato.



Anche Bavastrelli è terra di partigiani.



Non ho ben capito il target di questa pubblicità.



Raggiungo la Dacia Rossa, in attesa della chiusura del cerchio. E' venuto un po' schiacciato da una parte.

Proseguo per strade e autostrade, viadotti e gallerie. C'è traffico, si rallenta, ci si ferma, e si può osservare.



Osservando, si trovano altri bivi, che prenderei volentieri, ma sento in me un sacro dovere di responsabilità verso la Dacia Rossa: non l'abbandonarei mai in mezzo a una galleria qualsiasi.

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