venerdì 31 dicembre 2021
Prepararsi
lunedì 13 dicembre 2021
Cipollino
martedì 7 dicembre 2021
Je suis bibitaro
Ancora una volta un politico si è riferito negativamente al lavoro del "bibitaro" (venditore di bibite), giudicandolo non prodromico alle alte fatiche dello statista. Mi sono rammentato che anch'io fui bibitaro, e non me ne vanto perché fu con scarso onore. Per evitare futuri ricordi col contagocce, metto in fila tutte le mie migliori esperienze professionali. Tra il serio e il faceto: è tutto vero, ma in un paio di casi si trattò di carriere tanto brillanti quanto fulminee.
BIBITARO E PANINARO. In gita autogestita in prima superiore, con Luigi riempimmo i tascapani per vendere con sovrapprezzo ai compagni di classe, sul treno, diretti a La Spezia-Cinque Terre. Eravamo adolescenti problematici, marginali, e in cerca di rivalsa.
RACCOGLITORE DI MONETE ALLA FONTANA DI TREVI. L'ho raccontato qui.
OPERAIO METALMECCANICO. Per due mesi, tra la 2a e la 3a liceo. Con i soldi racimolati ricattai i miei: o la 4a negli Stati Uniti, o mi compro una Laverda 125-4 tempi. Scelsero la prima e così sono ancora vivo, perché in moto ero disastroso.
CUCITORE DI VESTITI PER BAMBOLE (giuro). Vigeva una sorta di cottage system. Se non ricordo male, per 5 lire a pezzo. O erano 25. Macchina taglia-cuci marca "Rimoldi", ancora ricordo.
DISTRIBUTORE DI VOLANTINI. Sempre con Luigi e per molti mesi, avevamo forse quindici anni, lavoro minorile "in nero". In un'occasione dovevamo distribuire volantini della Democrazia Cristiana all'entrata di una fabbrica (Mangelli, a Forlì). Lui si rifiutò, obiettò insomma, forse così riscattandosi della disonorevole esperienza da bibitaro. Io no, ed è per questo che non diventerò mai ministro.
Quel politico non ha usato il termine "bibitaro" in modo generico, ma si è riferito più particolarmente alla vendita del chinotto. E se non altro per questo avrebbe fatto meglio a tacere: perché sul chinotto l'ultima parola la dissero gli Skiantos, in una canzone di tanti anni fa.
Un altro paio di "mestieri" li ometto, perché non sono sicuro che siate pronti.
domenica 28 novembre 2021
Le guerre puniche
domenica 31 ottobre 2021
Manager di utility magnetica
A Roma si sono incontrati per il G20, e i grandi capi hanno tutti lanciato nella fontana una monetina coniata apposta (foto in alto). I mestieri si possono abbandonare col tempo, ma conserviamo le professionalità acquisite: io di quelle monete saprei occuparmi.
mercoledì 27 ottobre 2021
Vecchie storie di corruzione
Sto sistemando gli appunti. In un libro del 1978 (*), Susan Rose-Ackerman cita un articolo pubblicato due anni prima nel New York Times, in cui si parla di corruzione nel settore della sanità in Europa. Mi ha punto curiosità e l'ho reperito. Sono gli anni dello scandalo Lockheed, e si afferma, per quanto riguarda la corruzione da parte di imprese farmaceutiche statunitensi in Europa:
"A former executive of one American company—who demanded anonymity before discussing the subject—said recently that there have been payoffs here, but that they are “nickels and dimes compared to the aerospace industry”, which has been capturing the blackest headlines lately. Indeed, the Lockheed Aircraft Corporation alone has admitted to almost half again the worldwide total of payments disclosed by American drug companies."
La tangente del vicino è sempre più grande, chissà. Ma ecco la parte che riguarda l'Italia:
"In Italy, according to a former company executive who worked there for years, a dozen drug manufacturers, including some American companies, once banded together to back an industry‐sponsored bill in the Italian Parliament that would have allowed manufacturers to sell their nonprescription products in supermarkets and other retail outlets. There, they would no longer be subjected to price control.
The companies were assessed $80,000 each, according to the source, with the $1 million to be put into a war chest of the Christian Democratic party.
The Government fell before the bill would be enacted, and it could not be determined definitely whether money, actually changed hands. But the informant said it “undoubtedly” had, A Milan executive who was said to have made the financial arrangements now works for a different company in the same city. Efforts to reach him were not successful.
Again in Italy, according to a source familiar with the situation, one multinational company got authority, after bribing fiscal inspectors, to sell throat lozenges—at import prices—that it then arranged to make locally at low cost. The practice was said to have continued for around 15 years in the 1950's and 1960's before the company decided it should “regularize” its position.
Another industry source said “bribes” of a few thousand dollars were all that was needed in Rome to get full copies from the Ministry of Health of new drug registration files. This eased the way for “pirates,” usually small manufacturers to deal in products based on patent infringement. Italy has had no drug patent legislation, which, according to the source, “has made the country into a Jungle.”"
Drugs in Europe: Collision of Interests, di Clyde H. Farnswort. 21 marzo 1976.
Rose-Ackerman, Susan. 1978. Corruption: A Study in Political Economy. New York, NY: Academic Press.
sabato 23 ottobre 2021
Gli scenari bizzarri aiutano
Quest'anno ho introdotto il corso di "Data Analysis" ai miei studenti presentando la Fallacia di Massimo Cacciari, che ha a che fare con una"distorsione campionaria" tra chi era vaccinato e chi no, come osservata alcuni mesi fa - i vaccinati erano più anziani, quindi più a rischio, e per questo non confrontabili se non tenendone conto (in modo non del tutto banale).
L'altro giorno ho sollecitato i miei studenti a riflettere su un quesito ulteriore. Supponiamo che i dati mostrino che la percentuale di chi si ammala tra i vaccinati è superiore a quella tra i non vaccinati (nota: i dati dicono l'opposto, ma supponiamo). Supponiamo anzi di effettuare il confronto tra due gruppi, vaccinati e non vaccinati, paragonabili almeno per età, ed eventualmente per altre condizioni di rischio legate alla condizione di salute della persona. Non incapperemmo quindi nella "Fallacia di Massimo Cacciari" di cui sopra.
Potremmo concludere che i vaccini "non funzionano"?
No. Potrebbe ben essere che i vaccini funzionino, ma che i vaccinati, sentendosi più al sicuro, rischino di più. E, per quel che vale l'aneddotica, questo esempio è nato in una discussione a cena tra amici, tutti vaccinati, seduti attorno a un tavolo al chiuso e senza mascherina.
Ma attenzione: supponiamo il contrario, ovvero che lo stesso confronto di cui sopra mostri che ci si ammala di meno coi vaccini (e questo dicono con nettezza i dati). Possiamo concludere che essi funzionano? In un certo senso, anche in questo caso, no: non posso escludere a priori che siano i non vaccinati a comportarsi più imprudentemente dei vaccinati (che so, perché credono che il Covid sia un'invenzione), e che sia tale differenza nel comportamento medio dei due gruppi a determinare la loro propensione maggiore ad ammalarsi, e non i vaccini.
Per determinare se i vaccini funzionano, la strada maestra è quella degli esperimenti "controllati" ("Randomized Controlled Trial", o RCT), dove, tra l'altro, chi partecipa non sa se la puntura ricevuta era di vaccino o di placebo (proprio per evitare che modifichi il suo comportamento in seguito, inficiando l'inferenza causale). In un contesto non sperimentale invece... sono disponibili varie tecniche, tutte almeno un po' problematiche, per tener conto di cosa possa andare storto nell'inferenza di effetti causali (di un "trattamento", del vaccino, insomma), quando le condizioni dei "RCT" non sono verifcate.
Nel caso specifico, già sappiamo che i vaccini funzionano in seguito a tali "RCT", e tale conoscenza ora possiamo unire all'evidenza non sperimentale accumulata per tentare di affinare la nostra comprensione del fenomeno.
Il punto è, e ne segue l'istruzione agli studenti: dobbiamo raffigurarci tanti scenari che descrivano cosa può accadere: nella selezione, o autoselezione, del campione; nei comportamenti rilevanti e di come questi possano dipendere dall'essere, o non essere, nel campione. Anche pensare agli scenari non plausibili, e a volte volutamente bizzarri, aiuta a meglio afferrare la natura del problema.
Inoltre, pensare a scenari bizzarri, e a volte surreali, migliora il buonumore; ma questo è altro discorso che agli studenti non faccio.
lunedì 18 ottobre 2021
Ricerca scientifica: cosa ricercare? così, a caso
La scienza non è neutrale, influenzata com'è sia dai rapporti di potere, sia dalle idiosincrasie dei nostri processi cognitivi e delle motivazioni che informano le nostre scelte. Una di esse riguarda di cosa occuparsi e che cosa ricercare. Nella mia vicenda personale è stato tuto determinato dal caso. E qui ci si può fermare, perché già il concetto l'ho espresso, e che potremo mai aggiungere, di fronte al caso. Valga, il breve schizzo seguente dell'aleatorietà scientifico-esistenziale che mi ha sempre governato, come esercizio di memoria.
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Avrei voluto studiare sociologia all'università, e non so bene se fosse perché mi interessava, o perché l'università era a Trento, sulla strada per Monaco di Baviera, dove stava la morosa. Poi ci si lasciò, ripiegai a Bologna e mi trovai a fare altro. E ci sarebbe spazio per una serie di considerazioni che ometto per carità verso me stesso.
Mi sono occupato di diversi temi, ma in questi ultimi anni le mie ricerche solo riguardano la corruzione. Non ci arrivai per afflato etico e desiderio di contribuire all'estirpazione di tale mala pianta, ma per puro caso: molti anni fa bussò alla mia porta una collega statunitense. Cercava certi dati, che io avevo, e le raccontai di un certo mio lavoro non pubblicato. Mi disse che i risultati potevano essere interpretati come una misura di corruzione. Degli studi sulla corruzione non sapevo assolutamente nulla, ed iniziai ad occuparmene. Altri avvenimenti all'incirca casuali fecero sì che continuassi, nel corso degli anni e un po' a ondate, in una specie di catena in cui una coincidenza tira l'altra. Una ciliegia che tira l'altra: metafora appropriate perché di ciliegie sono golosissimo.
Per lunghi anni mi occupai di econometria: tesi di laurea, di dottorato, e persino due gradini di carriera accademica. Il tutto senza neppure un segnale di sindrome dell'impostore, essendo sempre stato convinto che gli impostori sono gli altri. Come arrivai all'econometria? Me lo ha ricordato, recentemente, la morte di un brillante inventore britannico, Clive Sinclair, e c'entra anche la morosa che viveva a Monaco di Baviera. E' un altro caso di aleatorietà scientifico-esistenziale, e forse di altro che, nuovamente, ometto per carità verso me stesso. Ma le righe precedenti bastano e concludono, e addentrarsi nell'ulteriore memoria che segue non è necessario.
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ZX Sinclair Spectrum, 1982. |
Avevo appreso un po' di linguaggio Basic l'anno prima a scuola, ad Atlanta, e diciasettenne ero tornato dall'America "fidanzato" con A*, tedesca che era stata studentessa in una High School non lontana dalla mia (tra Pennsylvania e New Jersey, perché ad Atlanta non era finita benissimo). Eravamo persino andati insieme al Prom, io, con uno smocking preso in affitto.
A* era tedesca, i genitori erano separati, e il padre era un dirigente dei servizi segreti - o qualcosa del genere - della Repubblica Federale. La madre era molto simpatica e liberale, e viveva in una bella casa a sud di Monaco, dove in numerose occasioni fui ospite: Bologna-Monaco col treno delle 11 di sera, che arrivava la mattina alle sette.
La madre era molto interessata al gioco d'azzardo. Con un gruppetto di sodali, tra i quali un simpatico austriaco rappresentante di macchine da scrivere ("di transizione", con un piccolo schermo a led, che certo non le salvò dall'imminente estinzione), si erano convinti che al casinò di Baden, a sud di Vienna, certi numeri alla roulette uscissero con maggiore probabilità rispetto ad altri, per via di certe imperfezioni dovute allà vetustà del piatto. A turno registravano i numeri usciti, di nascosto, perché nei casinò chi prende nota non è apprezzato.
El Dorado, Vienna |
Clive Sinclair. 1984. Da "The Guardian" |
Tornato in Italia, all'inizio del 1984 mi misi all'opera.
La mia scienza fu insomma inutile in quell'occasione, se non a permettermi di dipingere una ruota da pavone che si estendeva sino a oltre il Brennero. Ma se tutto questo non fosse avvenuto probabilmente non sarei finito a fare il mestiere che faccio. Forse avrei frequentato sociologia a Trento? Vero è che, negli ultimi anni, mi sono interessato sempre meno di metodi quantitativi, di economia, e sempre più di sociologia. Forse quel che ho raccontato non basta per capire come sia finito, dove son finito, e dovrei scavare più in pofondità: dopo l'econometria, l'economia, la corruzione, e la sociologia, penso che mi manchi giusto la psicoanalisi.
Sir Clive Sinclair Inventor who brought pocket calculators and the earliest accessible computers into British homes. Stephen Bates, The Guardian, 17 settembre
lunedì 13 settembre 2021
Appunti di economia dei media, e mai più
"Appunti di economia dei media": rivistili ora dopo un anno, ho compreso che rappresentano il punto di massima vicinanza che mai raggiungerò rispetto alla scrittura di un manuale di economia. L'ho compreso perché, a distanza, meglio osservo come sia cresciuta negli anni la mia tendenza a divagare.
Alle "discipline" ormai non credo più, e se comandassi io riorganizzerei tutta la didattica universitaria, trasformandola da verticale, per filiere del sapere, in orizzontale, per collegamenti e, appunto, divagazioni. Da svolgere - e lo affermo ben rendendomi conto di quanto l'idea sia poco originale - all'aria aperta, camminando, anzi, marciando.
Sono buoni motivi sia perché io non comandi un bel nulla, sia perché mi (si) tenga ben alla larga dalla manualistica.
Questo è: quasi 90 pagine, e come ho detto si intitolano "Appunti di economia dei media" (file PDF), ma potrebbero intitolarsi in tanti altri modi non tutti confessabili in pubblico.
giovedì 2 settembre 2021
Ufficio mobile
Se all'Università di Bologna comandassi io toglierei l'ufficio a quasi tutti, e abbatterei tanti immobili, a creare spazio per un'ambiziosa espansione del giardino botanico.
I professori li manderei a camminare in quel grande bosco che si formerebbe in centro, allietati da piante aromatiche, o se preferiscono sui colli, come faccio io ora. Con libro o tablet in mano, e autorizzazione rettorale a parlare ad alta voce anche da soli.
Migliorerebbe l'Università e anche la città, che come sciame si espanderebbe su più vasta area, e quasi inebriata, come polmone vivo, respirerebbe i refoli che salgono dal centro di quelle piante molto aromatiche di cui ho detto.
E' che a Bologna manca fantasia.
mercoledì 25 agosto 2021
Roditori mostruosi e lotta di classe
Ora a Nordelta sono invasi dai Carpincho, i roditori più grandi del mondo che pesano sino a 60 chili. In realtà ci sono sempre stati, ma mai così numerosi e aggressivi: avrebbero iniziato ad azzannare i cani da passeggio. Il problema è che il loro habitat naturale è stato progressivamente distrutto, e loro si arrangiano come possono, chez les riches.
"Los roedores han protagonizado cintos de bromas y memes virales en los que se los ve leyendo El capital, convertidos en Marx-Pincho, armados como guerrilleros, respetando la distancia social mejor que los humanos o propuestos como candidatos para el aún no existente billete de 2.000 pesos por ser 'patriotas de la naturaleza argentina'."
Anche qui, molto lontano, si simpatizza coi roditori.
Una invasión de carpinchos agita la guerra de clases en Argentina. Mar Centenera, El País, 25 agosto 2021.
sabato 21 agosto 2021
L'impero del dolore
domenica 8 agosto 2021
Covid e ginocchia
Si sa che il Covid è bastardo e ha effetti variabili e sorprendenti: ad esempio, a me ha preso alle ginocchia. Infatti, siccome durante l'inverno scorso le piscine erano chiuse per causa del Covid, non potendo alternare il nuoto con la corsa solo correvo, e correvo quasi tutti i giorni. Può essere che i miei problemi alle ginocchia non derivino solo dal Covid, ma anche da un grado di stupidità, e però da null'altro.
In questi due giorni, con un bel giro in montagna, ho voluto mettere alla prova quei due snodi sia là in basso, sia di cui sopra. Il piano originale era di disegnare un grande anello sino all'Abetone, lungo almeno tre giorni e dormendo per terra. Dovevo andare con A*, che però ha fiutato il pericolo e ha accampato sofisticate scuse. Come dargli torto: il pezzo forte è stata la notte sotto la pioggerellina, in mezzo alle nuvole che il vento sbatteva contro il crinale dove mi trovavo.
Qui sotto c'è una testimonianza del risveglio di questa mattina, dopo che laboriosamente mi ero desquamato di dosso il sacco a pelo fradicio. Termina con una vista di quel che si vedrebbe se si vedesse qualcosa: un giro d'orizzonte che include il Corno alle Scale, la stupenda foresta di Mandromini, e si chiude a ovest con le Apuane.
In quella minuscola radura protetta da alberi bassi e piegati dal vento avevo sostato più volte in passato, e anche trascorso la notte. Così appariva ieri sul far della sera.
mercoledì 4 agosto 2021
L'abbiamo fatto volare
E di cavalli lui se ne intende: si veda al minuto 11:00 qui sotto, dal "Last Week Tonight with John Oliver" (2019; l'episodio è raccontato in Sovietisan, di Erika Fatland).
lunedì 2 agosto 2021
Russia: lo era
giovedì 29 luglio 2021
Massimo Cacciari come caso di studio
sabato 24 luglio 2021
Ivo Dimchev
venerdì 16 luglio 2021
Francesco Giavazzi e io
Mi si chiede: ma tu, quando iniziasti a usare la posta elettronica?
Ci penso su: nei primi mesi del 1988 mentre, 22enne, scrivevo la tesi di laurea. Il dipartimento, tutto il dipartimento, aveva due "caselle" di cui ancora ricordo il nome: T73BOS21 e T73BOS23. Non era Internet, ma una rete IBM che si chiamava Earn-Bitnet, e noi ci si arrivava per il tramite di una linea telefonica dedicata col Cineca, dove si approdava a un IBM3090 VF (lo usai per una tesi di laurea che rischiò di essere letteralmente infinita: vedi qui).
Nessun docente del dipartimento allora utilizzava la posta elettronica, ma col tempo i più vispi iniziariono a usare, per così dire in condominio, quelle due caselle di allora. Le ho cercate su Google, ed ecco che cosa ho scoperto: condivisi l'email con Francesco Giavazzi, e aggiungo tale evento a una lunga lista di notizie bizzarre e degne di nota: "nata mucca con due teste"; "fulmine ha bruciato un albero a rami alterni".
domenica 11 luglio 2021
Resoconto domenicale
In questa calda mattina domenicale, la coda di paglia fermenta e dimenandosi s'impiglia nella sindrome dell'impostore, che però non riguarda me ma voi che leggete e che, vivaddio, qualche domanda dovreste iniziare a porvi.
Premesso quindi che i problemi sono vostri, riconosco che la coda di paglia in fermentazione merita un modicum di autoanalisi, nel dar conto di cosa sia riuscito a combinare nel corso degli ultimi mesi. Con quel che sto scrivendo (qui, qui e qui) ormai da tre anni sguazzo, felicemente ma in alto mare: ho contato 300 pagine, tanto e troppo, ma alto mare è, e con onde.
Però, dando un'occhiata a quanto ho scritto, sono rimasto molto soddisfatto almeno per la scelta di quelle frasette altrui che si mettono in cima ad ogni capitolo, per anticipare sinteticamente l'idea che seguirà. La mia preferita è il giudizio del narco "El Chapo" sugli Stati Uniti: “not better than any other corrupt country”.
Se pur in fieri, l'opera già si dimostra utilissima, permettendomi di raccontare che sto lavorando, e di giustificare qualsiasi lettura che mi incuriosisca e che pretendo sia indispensabile per continuare a scrivere (e negli ultimi mesi belle cose ho letto, e vorrei raccontarne qua, ma son già stanco).
Aggiungo che quel che ad oggi ho scritto, come tutte le grandi opere è già macchina complessa che travalica se stessa, essendo straripata là fuori dove fa molto caldo. Solo devo prestare attenzione, perché mi pare che anche lei stia iniziando, per via del caldo, a fermentare.
martedì 6 luglio 2021
La lunga notte dell'Università di Ferrara
La scorsa settimana mi ha cercato un/a dipendente dell'Università di Ferrara per chiedermi consiglio su cosa fare. A me, che con tale Università non c'entro nulla, se non perché in passato ho chiesto chiarezza sulle gravi accuse di frode scientifica rivolte al suo rettore, Giorgio Zauli (senza mai proncunciarmi sul loro merito).
Siccome non è la prima volta che accade, metto qui in chiaro la risposta che do a tutti in questi casi (ferraresi e non solo), chissà che qualcuno voglia risparmiarsi in futuro la fatica di contattarmi: mettete in fila, in un documento intendo, i fatti di cui siete a conoscenza. Se ritenete che vi siano notizie di reato, segnalatele alla Procura della Repubblica. Alla Corte dei Conti si possono inviare segnalazioni anonime, per eventuali possibili danni erariali, per esempio. E io non sono un giurista: parlate con un avvocato e usate molta prudenza. Non fate chiacchiere, che non son mai belle: attenetevi ai fatti e solo a quelli.
Così ho appreso delle elezioni per il nuovo rettore, o rettrice, che si terranno domani. I candidati sono il Prof. Paolo Pinton e la Prof.ssa Laura Ramacciotti.
Tutti e due vollero "esprimere solidarietà al Rettore Giorgio Zauli in merito ai recenti e reiterati attacchi comparsi sulla stampa nei suoi confronti." Qui c'è la lista, di cui occupano, rispettivamente, la posizione n. 261 e n. 270.
Fu un attacco alla libertà di stampa, utilizzando peraltro risorse istituzionali dell'Università di Ferrara, da parte del potente contro ai deboli (principalmente, un giovane giornalista locale che tenne la schiena diritta e fece il suo lavoro). Fu una schifezza vile e spregievole: la notte dell'Università di Ferrara durerà ancora a lungo.
venerdì 25 giugno 2021
Tutto trova un senso
giovedì 24 giugno 2021
All'Università di Bologna stiamo eleggendo
I candidati erano cinque. Diligentemente ho partecipato agli incontri durante la campagna elettorale e mi è parso che il livello quest'anno fosse alto. Forse anche per questo, il risultato di ieri è stato abbastanza equilibrato, con i primi due candidati esclusi non lontani, per numero di voti, dalla Prof.ssa Finocchiaro, che si è piazzata prima, e dal Prof. Molari, secondo a scarsa distanza.
L'elezione rettorale è quasi l'unico caso di reale democrazia nell'università italiana (vedi qui per quanto riguarda il Senato accademico). Qualche giorno fa un caro amico che insegna nel Regno Unito, mio ospite, mi ha aggiornato su come van le cose là, dove il delirio manageriale ha mietuto danni enormi. Apprezziamo quel che abbiamo, ancora, di buono.
mercoledì 19 maggio 2021
Esco dall'UFO
domenica 16 maggio 2021
Come giudicare i dati
Un mio intervento recente (in alto) ha ricevuto invece molti commenti, ai quali non rispondo su twitter, ma su questo blog fin de siècle (secolo ventesimo), così per eludere ogni tentazione bellicosa.
Alti livelli di professionalità non sono molto diffusi. I ricercatori più capaci ambiscono a un impiego presso le istituzioni migliori e, con tutte le storture che ci sono - nell'accademia ed altrove - il processo di selezione dei talenti almeno in parte funziona. Anche per questo motivo, nel decidere se fidarsi o non fidarsi di una fonte, è importante considerarne la reputazione.
Veniamo al Centro Studi CGIA di Mestre. Pubblica analisi su temi anche molto diversi tra loro - il che richiederebbe una struttura robusta con competenze variate - con un tono che mi pare scandalistico. Nel loro sito Web non ho reperito neppure un elenco del nome dei ricercatori che presuntamente vi lavorano. A meno di casi particolari, ritengo improbabile che un bravo ricercatore possa accettare di lavorare in modo anonimo. Se sei anonimo come ti costruisci una reputazione? E chi ti assumerà se un giorno deciderai, o magari dovrai, cercare un nuovo impiego?
Ma supponiamo di non accontentarci di questi ragionamenti e di voler esaminare il lavoro citato dall'On. Marattin. Infatti, è un esercizio utile, perché mi permette di suggerire un criterio di giudizio ulteriore.
"Molti sostengono": chi, concretamente, e in quale occasione? Le fonti vanno sempre citate, ed esistono delle regole su come farlo (per esempio, nei cosiddetti "manuali di stile"). Allo stesso modo si doveva citare la fonte circa l'"importo previsto quest'anno per il reddito/pensione di cittadinanza" (espressione, quest'ultima, imprecisa). Citare le fonti correttamente è una delle regole di base del mestiere, e l'intero rapporto non ne cita una (non una) come si deve.